L’effetto Pigmalione: Questo dimenticato

L’effetto Pigmalione si riferisce a come le nostre aspettative strutturano il comportamento degli altri. Parleremo della profezia che si autoavvera e di come sia importante impegnarsi affinché le nostre profezie siano orientate verso il risultato desiderato, piuttosto che altrove.

“Era venuto il giorno della festa di Venere, celebrata in tutta Cipro, e Pigmalione, compiute le offerte, rimase in piedi e disse con voce esitante: “se voi potete tutto, fate che sia mia moglie”, e non osò dire “la ragazza d’avorio”, ma disse “qualcuna che le somigli”. Ma l’aurea Venere, che era presente alla sua festa, capì il vero senso della preghiera (…). Tornato a casa, andò dalla statua della sua ragazza, si gettò sul letto a baciarla, e gli parve che si riscaldasse. Di nuovo la bacia, le tocca il petto, e l’avorio toccato s’ammorbidisce dalla sua durezza (…). Era davvero un corpo: le vene toccate pulsavano. Allora l’eroe di Pafo pensò le parole più piene per rendere grazie alla dea, e intanto con le sue labbra preme quelle altre labbra finalmente vere, e la ragazza sentì i baci e arrossì e, sollevando alla luce gli occhi timidi, vide insieme il cielo e l’amante”.

Ovidio, Metamorforsi X, Il trionfo dell’illusione.

E quindi, questo Pigmalione. Tutto iniziò dall’amore impossibile di uno scultore per una statuetta di avorio raffigurante una donna bellissima. Così bella, che a guardarla ti domandavi quando avrebbe finalmente deciso di iniziare a muoversi.

Pigmalione inizia a chiamarla la sua ragazza. Le fa molti doni, come si fa con la propria innamorata. La stende su un letto di porpora e l’adagia sulle morbide piume.

La cura come sefosse di carne. Come se quell’avorio potesse un giorno regalargli un palpito del suo cuore. 

Come se.

Ed è quel come se, quella speranza irragionevole di uomo innamorato che un giorno fa sì che la dea ascolti le sue preghiere ed esaudisca il più grande sogno di Pigmalione.

Nel 1964 il ricercatore Robert Rosenthal somministrò un test di intelligenza agli studenti di questa scuola, la Spruce Elementary school in California.

Passano i secoli, se necessario anche più di uno per volta. Approdiamo nei primi anni ’60 del secolo passato, per l’esattezza. Immaginiamo per un istante l’esterno di una scuola elementare in California.

Dentro, circa 650 bambini che stanno per entrare nella storia della psicologia, sebbene a loro insaputa, come le prime “cavie” degli studi sull’Effetto Pigmalione.

Fuori, due arruffati signori, un uomo ed una donna che discutono sul da farsi prima di entrare nell’istituto. In mano hanno un largo faldone di fogli, forse qualcuno cade a terra, o forse no.

Questi due ricercatori tra pochi istanti dovranno informare le insegnanti su come somministrare un innovativo test di intelligenza ai loro studenti.

Infatti, questo test, oltre a misurare il quoziente intellettivo degli alunni permette soprattutto di identificare quel 20% di bambini i quali hanno potenzialità intellettive tali da permettere nel tempo un incremento di intelligenza e risultati scolastici di gran lunga superiore al resto dei loro compagni.

E così, nei giorni seguenti più di 600 bambini si sottopongono a questo test di intelligenza e di questi, circa un centinaio mostra di possedere un’intelligenza tali da garantire loro un sicuro vantaggio rispetto agli altri.

Passa un anno ed il ricercatore ritorna alla scuola per verificare il corretto funzionamento del suo test di intelligenza ed in particolar modo quanto esso sia stato in grado dipredire i progressi di quel gruppo di fortunati bambini così particolarmente dotati.

Ebbene, nessuno si stupisce degli eclatanti miglioramenti a scuola: quel 20% di bambini indicati dal test come probabili soggetti ad uno sviluppo eccezionale delle loro capacità intellettive, effettivamente erano più intelligenti dei loro compagni ed ottenevano straordinari risultati scolastici!

La sorpresa, a cui le maestre non erano state preparate, arriva quando viene comunicato loro che il test effettivamente misurava l’intelligenza, ma il famoso 20% di bambini la cui intelligenza si sarebbe evoluta in modo esplosivo di lì a poco… Era stato selezionato a caso.

In altre parole: i bambini considerati più intelligenti e i cui voti a scuola avevano subito un’impennata erano stati scelti a caso, perché il test d’intelligenza era “finto”.

Tale era l’incredulità degli insegnanti e dei genitori che molti di loro si rifiutarono di credere che il test fosse finto.

Siamo stati abituati a credere che l’intelligenza sia un “tratto” caratteristico delle persone con forti basi biologiche, che in qualche modo uno nasce destinato dai suoi geni ad essere più o meno intelligente, questo in qualche maniera deresponsabilizzando genitori ed istituzioni preposte a ruoli educativi.

“Se mio figlio non capisce di matematica, è perché anche suo padre, e suo nonno, e pure il postino erano così”. Qualcun altro potrebbe tirare in ballo spiegazioni anche più fantasiose, come l’oroscopo: “i gemelli sono doppi, quindi è normale che ci acchiappino con le moltiplicazioni”.

Eppure, l’esperimento di Rosenthal, mostra chiaramente che proprio l’aspettativa di un miglioramento produce quel miglioramentopersino a carico di una caratteristica che si riteneva essere largamente determinata dalla nascita, come l’intelligenza.

La profezia che si autoavverarappresenta uno dei fenomeni più largamente studiati, universalmente riconosciuti e parallelamente, mostruosamente ignorati.

L’effetto Pigmalione è un pezzo di scienza importante che viene trascurato. Non ha avuto l’effetto dirompente che avrebbe dovuto avere nel mondo ed è un vero peccato”, dice Dov Eden, professore dell’università di Tel Aviv consulente per le forze armate.

In effetti, a ben vedere, ci sono centinaia di esperimenti che hanno verificato l’influenza della profezia che si auto-realizza in qualsiasi ambito di attività umana e non solo, perché anche gli animali ne sono influenzati*.

Siamo ancora così sicuri che le differenze tra le razze canine siano dovute a non meglio precisate differenze biologiche, oppure il fatto che consideriamo alcuni tipi di cani “da guardia” oppure “da compagnia” potrebbe essere in larga parte responsabile del loro comportamento?

Fino a qualche anno fa per esempio, era solito considerare un tratto tipico del comportamento del cane il fatto di non andare esattamente d’accordo con i gatti: in tempi più recenti osserviamo sempre più spesso come cani e gatti convivano pacificamente insieme.

Cosa può essere cambiato se non l’effetto delle nostre aspettative sopra il comportamento dei nostri amici a quattro zampe?

Possiamo ancora guardare al cosmo e pensare tranquillamente che costellazioni distanti migliaia di anni luce da noi possano avere una qualche influenza su di noi, oppure iniziamo a vedere una dimensione molto più terrena, umana, vicina al nostro microcosmo di relazioni umane?

I segni di terra, essendo di terra, sono persone orientate alle cose materiali, mentre i segni di aria, chiaramente, hanno la testa tra le nuvole. La bilancia è un tipo certamente equilibrato… I gemelli sono doppi, mentre l’ariete deve per forza avere la testa dura…

Devono aver pensato la stessa cosa quelle tribù africane i cui giovani componenti mangiavano il cuore del leone per incorporare la sua forza ed il suo coraggio.

E l’uomo del neolitico mangiava il cervello dei propri cari passati a miglior vita per acquisire le sue conoscenze, il suo status.

Ritorniamo per un attimo al cuore dell’esperimento di Rosenthal sopracitato, ormai storico, e delle centinaia di esperimenti simili che sono seguiti.

L’aspettativa, per essere comunicata e quindi reificata, trasformata in “cosa”, oggetto di credenza, si nutre di parole, di etichette linguistiche come “intelligente”, “scaltro”, “autonomo”, certo, ma anche etichette quali “stupido”, “ritardato”, “dipendente”, dislessico, disgrafico et coetera.

E proprio queste parole, una volta incorporate nei discorsi che gravitano attorno alle persone tendono a diventare una “benedizione” che ci accompagna e ci permette di dare il nostro meglio, oppure al contrario una “maledizione” che ci perseguita e ci scoraggia.

Quante volte abbiamo cercato per lo più invano, di modificare il comportamento di una persona sbattendogli in faccia quelle parti del suo modo di comportarsi che non ci piacciono. “Sei sempre in ritardo”, “non dici mai la verità”, “tu non sai cosa sia il rispetto degli altri”, “pensi solo a te stesso”.

Una lista che potrebbe continuare all’infinito… Una lista di profezie che tendono ad auto-realizzarsi.

Ora, non pretendo che da queste poche righe in un articolo senza troppe pretese possano avere il potere di cambiareil modo in cui ci relazioniamo con gli altri, ma credo che possano fornire un piccolo spunto per una riflessione personale.

Ricordandoci sempre che quanto vale per gli altri vale anche per noi stessi. Usiamo parole più dolci e riguardevoli nei nostri confronti.

Chiudo questo argomento con il desiderio di ritornarvi parlando di un altro fenomeno piuttosto significativo, strettamente correlato, chiamato effetto placebo, e di come quest’ultimo possa avere incredibili ripercussioni sulla nostra salute.

Ogni commento è gradito! Grazie della lettura.


(*) Gli effetti dell’aspettativa dello sperimentatore sono stati evidenziati anche a carico del comportamento delle cavie da laboratorio come topi e persino dei vermi.

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