Ansia, Gelosia e Ossessioni: Cocktail micidiale

Gelosia, ansia e pensieri ossessivi possono rappresentare una bella gatta da pelare, soprattutto in caso di “tradimenti” amorosi. 


Sandro (nome di fantasia) è un professionista abbastanza affermato nel suo settore. Da sempre abituato a controllare il lavoro di una piccola squadra di collaboratori, da qualche tempo non riesce a focalizzarsi sul suo lavoro perchédisturbato da un pensiero che lui definisceossessivo

Pochi mesi prima ha scoperto che la sua compagna aveva avuto una relazione con un altro uomo.
Nonostante le continue rassicurazioni di lei, non riesce a recuperare quella fiducia che lui sente di volerle dare.
 
Sandro è preso dalla paura che lei lo possa tradire nuovamente: questo lo porta a controllare continuamente i suoi spostamenti ponendole domande su domande alle quali lei reagisce con disagio che nel passare di qualche settimana diviene rabbia e infine, distacco.
 

Tutte le sere lui le controlla il cellulare alla ricerca di indizi di possibili tradimenti, ma neanche questo placa il suo senso di angoscia. Sandro mi comunica con preoccupazione di aver iniziato a bere per cercare un po’ di sollievo: aveva iniziato con un innocente aperitivo che rapidamente erano diventati due, poi tre, poi quattro e negli ultimi tempi agli aperitivi aggiunge una bottiglia di vino rosso. 

Questa situazione ormai va avanti da tempo, e nulla sembra permettergli di iniziare a sperare che qualcosa possa aiutarlo a migliorare questo stato di cose. Mi dice che non si riconosce più in sé stesso, mi dice che sa di sbagliare, sa che può superare il ricordo di quel tradimento e ricominciare a riprendersi la sua vita, ma non sa come fare. 

Prima di affrontare in profondità il caso, penso che sarebbe utile restituire molto velocemente a Sandro un senso di libert da certi pensieri in modo da permettergli di ritornare velocemente ad una vita soddisfacente, abbattendo quel senso di alienazione da sé stesso e riconducendo il suo consumo di alcool ad un livello per lui accettabile. 

Gli propongo immediatamente di provare una tecnica conosciuta con il nome di dissociazione visuo-spaziale che si è mostrata efficacissima in ogni caso in cui il ricordo di un evento traumatico venga rivissuto con una certa frequenza e spinga la persona a utilizzare degli espedienti comportamentali (come bere o controllare il partner) per “sedare” quel pensiero ossessivo. 

In breve, questa tecnica permette di “dissociare”, cioè separare il ricordo dell’evento dal contenuto emotivo, mettendo al posto di quelle emozioni disfunzionali un senso di calma e di tranquillità, un senso di distacco dal passato. 
Ci congediamo dopo circa un’ora. Sandro se ne va tra il sorpreso e l’incredulo, ma portandosi con sé un senso di inspiegabile sollievo. 
La settimana successiva ritorna per dirmi che qualcosa di quasi miracoloso è accaduto. Dal nostro ultimo incontro infatti si è accorto di aver recuperato l’antica concentrazione sul lavoro perché quei vecchi pensieri ossessivi si sono diradati, mentre a casa il fatto di chiedere alla compagna continue rassicurazioni gli è venuto a noia

Ogni tanto pensa ancora a controllare il telefono della sua compagna, ma trova sempre qualcosa di più interessante da fare, per cui rimanda fino al punto in cui è tempo di andare a dormire dimenticandosene spesso. 

Sandro mi dice che la sua compagna si è riavvicinata a lui e che questo potrebbe spiegare in parte il senso di questa ritrovata sicurezza. 

Ci congediamo dopo aver finito di lavorare, ed è allora, proprio mentre è sul punto di uscire dalla stanza, che casualmente mi ricordo di chiedergli quanti aperitivi ha fatto in questa settimana. Mi guarda con aria sorpresa e pensosa e mi dice che effettivamente solo ora si accorge di aver preso solo un paio di gin tonic in settimana.

 
(Per un’approfondimento della tecnica della Dissociazione visuo-cenestesica, cfr “Usare il cervello per cambiare”, R. Bandler, Astrolabio)

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