Allergia singolare

Verso la fine di un percorso durato ormai quattro mesi, quasi distrattamente Giovanni (nome di fantasia) mi parla di una bizzarra forma di allergia alle mele.

Chiedo io, cosa c’è di bizzarro nell’essere allergici?

Lui mi risponde che quando mangia una mela avverte una sensazione di bruciore in bocca seguita da prurito e a volte dalla formazione di piccole “bolle” nel cavo orale. Tuttavia la stessa cosa non succede se le mele sono cotte.

Infatti, Giovanni è ghiotto di torta di mele, e di quest’ultima può mangiarne a sazietà senza provare alcun tipo di fastidio.
Lui sostiene che la cottura della mela fa sì che quest’ultima perda “certe proprietà” a cui sarebbe allergico.

Penso tra me e me, e Giovanni nota il mio “assentarmi” perché preso nei miei pensieri.

La volta successiva, gli dico tra le altre cose che visto che ormai il nostro percorso andava finendo, perché non andiamo a prenderci un caffè in un bar qui vicino dove tra le altre cose fanno una torta di mele deliziosa? 
Giovanni, abituato ai miei modi a volte poco ortodossi, non batte ciglio e accetta.
Al bar gli ordino la torta di mele ed aspetto di veder la sua espressione di contentezza per la soddisfazione di mangiare quella torta.

Al ché inizio facendogli notare la sensazione di benessere che si prova a mangiare qualcosa di buono, come è piacevole avvertire il gusto di una buona torta, e così via, facendogli notare che è una buona cosa che quella mela sia così ben cotta.

Giovanni annuisce, poco interessato alle mie parole. E poco alla volta gli faccio notare che mentre la torta è così buona, certo non sempre la cottura è perfetta, alle volte le torte sono cotte meno del necessario, pertanto non sarebbe strano se alcune parti di quella mela fossero un po’ meno cotte. E sì, a guardare bene, forse alcuni pezzi di mela potrebbero anche essere un po’ meno cotti.

Giovanni annuisce senza capire quello che stavo dicendo mentre gusta l’ennesimo boccone di torta. Mangia piano Giovanni, questo mi da il tempo di suggerire altre suggestioni.

Lentamente inizio a suggerirgli che quella mela potrebbe anche essere cruda, chissà. Giovanni annuisce.

Giorni dopo Giovanni è a casa e gli viene in mente, chissà perché, di provare se è ancora allergico alle mele. Ne assaggia un pezzetto aspettando quel bruciore che conosce, ma nulla succede. Ne mangia un altro po’ e ancora nulla. In breve finisce la mela, senza che nulla succeda.

Quando lo vedo la settimana dopo, mi annuncia di non essere più allergico alle mele, apparentemente. Sembra un po’ stupito, alle volte le cose accadono senza una spiegazione, gli dico.
 
(Per un’approfondimento cfr tra gli altri volumi, “Erickson M. H., A scuola di ipnosi”, a cura di J.K. Zeig, Bollati Boringhieri, 1983)

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