Disturbo Psicosomatico Intrattabile

Disturbi psicosomatici. Un esempio di come la Terapia Breve in combinazione con la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) possa risolvere un dolore intrattabile con i farmaci e le terapie convenzionali.

 Francesca (nome di fantasia) entra nella stanza tradendo un incedere bizzarro, come se camminasse prestando un’eccessiva attenzione al trasferimento del peso da un piede all’altro. 

Mi dice subito che soffre da circa tre anni di un dolore alle gambe intrattabile con i farmaci. 

In questi tre anni è stata visitata da diversi medici che le hanno proposto diversi tipi di terapia senza che potesse riscontrare alcun tipo di beneficio. 

Si tratta di una serie di dolorose contratture che nel tempo si erano localizzate soprattutto a livello dei polpacci.

I suoi muscoli erano stati analizzati così come i suoi nervi periferici, senza che alcunché di anormale potesse essere riscontrato.

Eppure il dolore nel tempo si era così acutizzato che la notte poteva dormire solo utilizzando bande elastiche all’altezza delle ginocchia.

Al mattino tuttavia, stanca e sfiduciata, doveva aspettare almeno mezz’ora prima di potersi alzarsi in piedi.

Disturbo psicosomatico” le avevano laconicamente detto, con il consiglio di farsi vedere da uno psicologo.

Quando viene al primo colloquio appare sfiduciata e pronta ad andarsene con un ennesimo insuccesso terapeutico.

La fase di costruzione della necessaria fiducia prende tuttavia poco tempo. A Francesca piace ridere e riesce nonostante il disagio a scherzarci su.

Approfittando della sua particolare disposizione d’animo, le propongo di fare qualcosa di inconsueto.

Le chiedo di considerare per un poco l’ipotesi bizzarra che con quel dolore i suoi polpacci volessero dirle qualcosa. Qualcosa di importante che lei aveva lungamente ignorato. E che il modo migliore di sapere cosa vogliono i suoi polpacci sia ovviamente quello di chiederlo direttamente a loro.

Colta di sorpresa, Francesca non fa in tempo a rendersi conto della bizzarria della situazione che io mi chino per domandare ai suoi polpacci qualcosa.

Così Francesca si rende conto che i polpacci possono rispondere attraverso minuti movimenti che solo lei può avvertire.

Francesca inizia a rendersi conto che una particolare contrazione poteva significare sì, mentre un’altra particolare contrazione poteva significare no.

Una volta stabilita una forma di comunicazione con i suoi polpacci, posso continuare a porre domande alle quali solo Francesca conosce la risposta.

Dopo pochi minuti l’incredulità si trasforma in sorpresa, la sorpresa diviene fiducia, la fiducia si palesa in un largo sorriso. Funziona!

In pochi minuti Francesca avverte un consistente beneficio. In pochi minuti il dolore sembra quasi scomparso.

Ci lasciamo dopo circa 45 minuti con l’accordo di rivederci dopo due settimane per valutare come si mantiene la risoluzione del sintomo.

Dopo circa sei mesi, mi telefona per confermarmi che tutto va bene.

(Per un’approfondimento della tecnica della Ristrutturazione in sei passi, cfr “La Metamorfosi Terapeutica”, J. Grinder R. Bandler, Astrolabio 1980)
 

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